Eventi

Festa di San Firmano
Patrono di Montelupone
Da martedì 08 marzo 2016
A domenica 13 marzo 2016
Luogo Montelupone
Indirizzo Piazza del Comune Montelupone
Foto testo

La più che millenaria abbazia di San Firmano è situata nella vallata del fiume Potenza, tra Recanati e Montelupone. Deviando dalla strada Regina o scendendo da Montelupone, si arriva in questa oasi di pace. Come una perla appare la bella lunetta del portale. Nelle cinque figure dell’altorilievo, ricavate da una statua romana, sono presenti motivi di arte bizantino-romanica; al centro il Cristo, come adagiato sulla croce dai quattro bracci quasi uguali. Vivo. Non sofferente. Con la corona regale: è il Cristo che regna dalla croce. Nel piano inferiore la Santa Vergine in trono con il Bambino. Di lato, un monaco: non esitiamo a vedervi raffigurato San Firmano. Sopra la lunetta, un’aquila che afferra con i suoi artigli un felino; forse è il simbolo degli Ottoni, che hanno dominato in Italia nel secolo V (il celebre “Pactum o Privilegium Ottonianum” è del 13 febbraio 962). La chiesa è a tre navate. Dodici pilastri sostengono archi a tutto sesto, che, come grandi onde, invitano i fedeli ad avanzare verso l’altare ed andare incontro alla “Luce”. Oltre l’armonia degli archi, meraviglia subito l’ampia gradinata per la sua altezza e ripidità. Molto probabilmente costruita per realizzare la chiesa sotterranea e collocare il corpo di S. Firmano. Da studi recenti, per la chiesa di S. Firmano ci troviamo a dover far riferimento a due precisi momenti storici: la chiesa di S. Giovanni Evangelista esistente già dal 986 e l’attuale chiesetta. Nella navata di sinistra, del piano rialzato, ove ancora c’è la volta murata, si può ammirare un bell’affresco del 1400, che ripropone il motivo della lunetta: al centro la Santa Vergine in trono con il Bambino benedicente rivolto verso San Firmano; a sinistra il martirio di San Sebastiano. L’affresco, in particolare la figura della Madonna, presenta tratti di grande maestà e bellezza; sembra richiamare la scuola di Gentile da Fabriano. Scendendo l’ampia gradinata, attraverso due porticine laterali si accede alla cripta; sull’altare la bella statua di San Firmano in terracotta policroma, attribuita ai fratelli Della Robbia (1400): ieratici e solenni l’espressione del volto e della mano. Ai piedi della statua le Reliquie del Santo in un’urna di ottone, protetta da una custodia in ferro battuto, che reca sul lato superiore lo stemma di Montelupone. L’abate Teodorico riferisce che San Firmano visse in questa abbazia dal 986 all’undici marzo del 992, giorno della sua morte. San Pier Damiani, in un’opera scritta prima del 1050, nomina fra i santi vissuti nel suo tempo anche “Firmanus Firmensis”, sopra le cui spoglie, a causa dei miracoli che gli si attribuivano, era stato costruito un altare su cui si celebravano i “Divini Misteri”. L’altare è sostenuto da un arco sotto il quale i fedeli passano per essere liberati dal mal di ossa. Il monastero fu fatto costruire da una pia signora – probabilmente della famiglia Grimaldi, in cui vivessero persone dedite al Divino servizio e facessero orazione per la sua anima ed eterna salute” – la quale volle che Firmano, a preferenza di altri, ne fosse il primo abate e con il suo esempio ne popolasse le celle. I benedettini vi sono vissuti fino al 1468 e fedeli alla regola di San Benedetto “ora et labora” non solo hanno promosso la bonifica di questa vallata del Potenza, ma hanno anche elevato la dignità della gente con la cultura, il lavoro e la fede cristiana. Per un periodo molto lungo, fino ai primi decenni di questo secolo, l’abbazia è stata lasciata in una triste condizione di abbandono e si deve alla sollecitudine del dotto vescovo Aluigi Cossio di Recanati l’intervento di risanamento e di restauro della chiesa e della casa parrocchiale, a partire dal 1930. I quadri della “Via Crucis”, la tela grande sopra il battistero e vari mobili del 1600 sono stati donati dal suddetto vescovo alla nuova parrocchia. Montelupone invoca ancora S. Firmano come suo patrono e ne celebra la festa con solennità l’undici marzo.

 

Programma e curiosità

 

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La curiosità “gastronomica” tradizionale consiste nell’offrire gratuitamente a tutti gli ospiti lupini bolliti (foto) tolto l’amaro del seme e salati quanto basta.