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Il testamento di Gentile II da Varano del 28 gennaio 1350 ricorda domos omnes et castellare et molendina Lanciani. Una funzionale rocca fu eretta da Giovanni da Varano intorno al 1382 come caposaldo della “Intagliata”, linea difensiva continua che proteggeva il fronte nord di Camerino dagli Ottoni di Matelica e dagli Smeducci di San Severino. Nel 1489, persa la funzione militare, l’edificio fu trasformato da Giovanna Malatesta - figlia di Sigismondo Pandolfo di Rimini e consorte di Giulio Cesare da Varano - in residenza signorile, dotata di azienda agricola con voliere e peschiere. A seguito della devoluzione del ducato di Camerino la proprietà passò ai Voglia fino al 1621, ai Rosa fino al 1680, ai Rossetti fino al 1753, quando ne fu investito col titolo di marchese Alessandro Bandini. Il Bandini ristrutturò il complesso affidando la progettazione all’architetto camerte Giovanni Antinori (+1792), già affermato a Lisbona e a Roma, il quale curò in particolare la splendida galleria decorata con grandi tele a soggetto mitologico. L’ultima esponente della Famiglia, Maria Sofia Giustiniati Bandini, vedova del conte Manfredi Gravina, nel 1977 con atto testamentario assegnava agli Arcivescovi pro tempore di Camerino la proprietà del castello e dell’azienda agricola. Dell’antica costruzione sono ancora leggibili la porta di accesso alla rocca del XV secolo, la torre trecentesca prossima all’ingresso, il porticato con un residuo d’affresco raffigurante la rosa dei Malatesta, un affresco con scene di caccia al piano terra. Il complesso, recentemente restaurato, è stato riaperto al pubblico nel 2005 ed ospita il museo “Maria Sofia Giustiniani Badini”, in realtà le opere d’arte e gli arredi preziosi raccolti dalla famiglia per abitare con tutti i conforti il castello.