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Treia Torre del Mulino

Treia conserva ancora del periodo medievale alcune antiche torri: la Torre del Mulino, (fine XIV sec. inizio XV sec.) è un chiaro esempio di fortezza costruita per proteggere il mulino racchiuso all’interno da continue scorrerie e devastazioni. A Treia, allora Montecchio, in cinquanta anni il Comune fece costruire ventidue macine in una zona estesa pochi chilometri. Secoli dopo, lavorerà come ispettore dei mulini il fuoriclasse treiese del pallone col bracciale Carlo Didimi, cantato da Giacomo Leopardi. Diversamente dall’altra torre treiese, (l’Onglavina, di pianta esagonale) la Torre del Mulino è a pianta quadrangolare: misura 9,40 per 10,42 metri, per 15 metri di altezza. Oltre al pozzo per i macchinari del mulino, aveva due livelli, successivamente divisi con altri solai di travi e pianelle. A piano terra erano installate tre macine da cereali, i piani superiori erano adibiti a magazzino.
Insieme alla fortificazione diagonalmente opposta costruita nel Comune di Pollenza, faceva parte del sistema difensivo e di controllo della valle del Potenza. Forte presidio per il ponte posto al confine di due territori e all’incrocio di importanti vie di comunicazione che conducevano a Treia, Macerata, Urbisaglia e San Severino.

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