Municipality of Esanatoglia

Brief History

Esus, il dio celtico della guerra, sarebbe all’origine del toponimo del fiume Esino, sulle cui rive si presume sia sorto, in età romana, il primo insediamento, Aesa. L’attuale nome Esanatoglia nasce nel 1862 dallo storico Acquacotta, il quale combinò Aesa ed Anatolia, sostituendo così il medievale Santa Anatolia derivato a sua volta dalla Santa patrona martire del III sec. d.C. L’origine di Esanatoglia è, verosimilmente, racchiusa in una Epigrafe risalente al I sec. a.c. dove appare il termine “AESAE”, indicativo di un vico con un tempio dedicato a Giove Celeste ed al quale va ricollegata la stessa denominazione del fiume Esino che lambisce l’abitato. Con la decadenza di Roma, al posto e forse sulle stesse fondamenta del tempio pagano, sorse la Pieve dedicata a Santa Anatolia. Dopo l’invasione dell’Italia da parte dei Longobardi e la creazione del Ducato di Spoleto, che diramò i suoi confini sino a Camerino e nelle valli dell’Esino e del Potenza, alcuni conti di quella stirpe si affermarono come feudatari sui due versanti dell’Appennino. Ha inizio da qui, dal diffondersi del potere feudale e dal consolidarsi di quello religioso, la concentrazione della popolazione nei borghi fortificati e l’edificazione dei castelli nei punti strategici delle valli. Nel 1040 è nominato testualmente il Castrum Sancte Anatholiae . Il Conte Malcavalca di Albertino, un secolo dopo, aveva esteso i suoi domini sul Castello di Santa Anatolia, sulla villa di Palazzo e sulle terre di Fiuminata. Nel 1015 nel primo documento noto riferito a Santa Anatolia si legge della fondazione del Monastero di Sant’Angelo voluta da Conte Atto e da sua moglie Berta. La Chiesa della Pieve, invece, viene menzionata in un atto del ??80 che stabilisce la donazione da parte del Conte Malcavalca, signore (forse) del Castello di Santa Anatolia, di metà dei possedimenti di tale chiesa allo stesso Monastero di Sant’Angelo divenuto, nel frattempo, il più importante insediamento religioso di tutta la vallata. Ai feudatari Malcavalca succedettero gli Ottoni di Matelica e a questi, tre anni più tardi e per tre secoli, i Guelfi di Camerino con la potente famiglia dei Da Varano, per volontà degli stessi cittadini di Santa Anatolia, sicuri di avere maggiore libertà sotto un governo geograficamente più lontano. Sotto i Da Varano, Santa Anatolia non perde mai totalmente la sua autonomia: la prima raccolta di norme statutarie risale al 1324. La cittadella rimane immune da guerre e saccheggi per molto tempo, solo nel 1444 viene espugnata da Francesco Sforza aiutato dai matelicesi. Dalla devastazione non si salvano il Monastero di Sant’Angelo e la sua famosa Biblioteca. Al dominio dei Da Varano, spodestati da Papa Alessandro VI Borgia, succedette quello della Chiesa. Da allora le vicende di Santa Anatolia seguono quelle dello Stato Pontificio, con momenti alterni di decadenza e prosperità come testimoniano alcune eleganti architetture nel Centro Storico.

 

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